Appena dopo cena ho aggiunto, ad un litro di latte fresco, 3g di kefir.
Quello che salterà fuori è una "bevanda" simile allo yogurt.
Per fare lo yogurt si aggiungono fermenti lattici al latte. Per fare il kefir invece fermenti, o granuli di kefir, costituiti da batteri e lieviti. Il latte fermenta.
Mi sorprende come questi microrganismi restino nel prodotto continuando, a temperature non frigorifere, a lavorare trasformando il latte in kefir o yogurt. Conserva dello yogurt in barattolo e aggiungi altro latte... per avere altro yogurt.
Mi sorprende che una determinata tipologia di fermenti non muoia a contatto con l'ambiente acido del nostro organismo ma resti viva, insediandosi nell'intestino e dando manforte alla nostra naturale e stressata flora batterica. Ospitalità intestinale!
Mi sorprende come anche nell'antichità questo fosse noto, e ancora più come questi processi sono stati casualmente scoperti: il latte era spesso conservato in otri ricavati dallo stomaco delle stesse vacche da cui si prendeva il latte. I fermenti ivi (la flora batterica) contenuti e il calore hanno fatto il resto.
Ma non si era detto di non rubare più latte?!
Poi c'è la pasta madre: un impasto di farina e acqua acidificato da lieviti e batteri lattici; l'impasto è lasciato acidificare spontaneamente. Aggiungendo acqua e farina puoi ottenere il pane; conservando sempre un poco di questo impasto puoi quotidianamente reimpastare altro pane.
Niente a che vedere con i rapidi e chimici processi impiegati oggi per la produzione del pane!
Le nostre nonne lo facevano.