Cammino (II)


Quando sei a piedi, vivi la città, i paesi e i luoghi.
In macchina passi rapidamente, come un estraneo - un semplice osservatore (quelle volte che ti giri ad osservare!).
Il paesaggio perde il suo significato estetico e pratico; è come un'immagine proiettata sullo schermo: non è reale, non è vivibile, non ti appartiene.

Seduto su una panchina faccio una sosta, mi riposo.
Allora una castagna, con riccio annesso, si stacca dal ramo e mi colpisce in testa... "sono vivo!"

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Osservo e analizzo con distacco i meccanismi mentali che metto in atto affinchè io non mi possa far del male, affinchè le cose che succedono, o meglio quelle già successe, non mi feriscano: scuse, teorie, alibi, filosofia.
Penso ad un evento.
Lo argomento.
Attenuanti... mi fanno stare un po' meglio... le osservo per cosa sono: un trucco.
Va meglio?

(NO) Devo accettare che il processo è sbagliato in principio.
.....
Sto con le mie emozioni/sensazioni
e basta

sono sereno

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